Nel post di oggi parliamo di Pressione arteriosa ed in particolar modo di pressione minima alta. La pressione massima, chiamata anche sistolica, corrisponde al momento in cui il cuore pompa il sangue nelle arterie. La pressione minima, diastolica, è la pressione nelle arterie quando il cuore si rilassa.
Valori compresi tra 110 e 140 di massima e 70 e 90 di minima.
Di norma, la pressione minima alta rientra in un contesto di ipertensione, quindi in uno stato in cui anche la pressione sistolica è costantemente e oltremodo superiore alla norma.
Non è mia intenzione in questo post entrare nello specifico tema delle cause dell’ipertensione, mi limiterò a trattare i fattori di rischio che sono influenzabili dallo stile di vita (un accenno), e approfondirò soprattutto gli elementi correlati all’alimentazione.
Questi i fattori di rischio della pressione minima alta sono da considerarsi del tutto normali. Si parla di ipertensione invece quando uno di questi valori è superiore.
Se la pressione minima arriva a 100 mmHG entriamo nella zona di rischio, nella quale il cuore può essere gravemente compromesso.
Con la terminologia “pressione minima alta” i medici fanno riferimento a uno stato la cui peculiarità è una pressione diastolica a riposo particolarmente elevata, superiore a 90 mmHg.
Partiamo comunque dal presupposto che l’alimentazione corretta solo raramente può essere sufficiente da sola a tenere la pressione sotto controllo, ma di certo costituisce un ottimo coadiuvante ad una terapia farmacologica e/o ad uno stile di vita sano.
• Eccesso di sale nella dieta. L'apporto di sale nella dieta comincia a essere pericoloso, per la salute dell'essere umano, quando supera i 6 gr di sale (equivalente ad un cucchiaino pieno raso) pensiamo che per 100 grammi di pasta gli chef consigliano un litro d’acqua e 10 grammi di sale!
• Sedentarietà. Una vita particolarmente sedentaria è spesso associata a sovrappeso od obesità, ossia due dei principali fattori di rischio dell'ipertensione;
• Consumo regolare di grandi quantità di alcol.
• Fumo
• Stress
• Numero ridotto di ore dedicate al sonno notturno;
• Presenza di malattie croniche, come il diabete o anche specifiche patologie renali
Nei casi in cui la pressione alta è imputabile a fattori genetici o ereditari modificando l’alimentazione si riscontrano i miglioramenti più significativi.
Il primo alimento nemico della nostra pressione è il sale, è bene quindi limitarne l’uso in cucina, ma questo non sempre è sufficiente, poiché il sale è contenuto in molte preparazioni e in cibi dove non avremmo mai pensato potesse esserci.
Prodotti surgelati precotti: anche se possono sembrare la soluzione quando si ha poco tempo, occorre tener presente che il quantitativo di sale presente in queste preparazioni a volte raggiunge i 1800 mg per porzione, un quantitativo esageratamente alto. La soluzione ideale, se non si vuole rinunciare alla comodità dei prodotti surgelati è quella di congelare porzioni di pietanze preparate in casa, magari in grosse quantità, così da essere pronti in caso di emergenza.
Un aiuto in cucina quando si vuole ridurre il consumo di sale è quello di aggiungere le erbe aromatiche, una soluzione che inganna il palato. Usando le erbe aromatiche e le spezie, si riduce il consumo di sale e al tempo stesso erbe aromatiche e spezie hanno proprietà tali da abbassare la pressione minima: origano, rosmarino, pepe nero, paprica, aglio, finocchio, timo, basilico, dragoncello.
Evitare le salse già pronte: tipo maionese, ketchup, senape o salsa di soia. Sono queste tutte preparazioni con un elevato contenuto di sodio, molto meglio preparare delle salse in casa in modo da poter regolare il sale in base alle necessità.
Potrete leggere la seconda parte del post la prossima settimana
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