martedì 19 settembre 2017

Facciamo il pieno di Omega 3 con la portulacca


Al rientro dalle vacanze vorrei parlarvi di un ortaggio che ho particolarmente apprezzato quest’ estate, ma ancora assente sulle nostre tavole, la portulaca. Pianta  di origine indiana considerata infestante appartenente alla famiglia delle Portulacaceae, riconoscibile dalle foglie carnose e lisce, inserite su fusti rossicci. La prima fase vegetativa la vede strisciare a livello del terreno, la pianta adulta va poi a raggiungere una posizione eretta. Conosciuta con nomi diversi: porcellana o erba grassa in Lombardia, porcacchia nel Lazio. Nell’antico Egitto era considerata una  pianta medicinale. In Italia poco più che un'erbaccia.



Alla portulaca vengono attribuite proprietà diuretiche, depurative, dissetanti e anti-diabetiche. Viene utilizzata nella medicina popolare per il trattamento della diarrea e del vomito, in caso di enterite acuta, di emorroidi e di emorragie post-partum. E’ ricca di vitamine C, A e B.
Ma tra le molteplici proprietà ci tenevo a sottolinearne una, la sua ricchezza di acidi grassi polinsaturi di tipo omega 3, che come ben come sappiamo, sono acidi grassi molto importanti nella prevenzione delle malattie cardiovascolari.
100 g di foglie di portulaca contengono all'incirca 350 mg di acido α-linolenico (acidi grassi facenti parte del gruppo di omega-3).

Usi della portulaca in cucina
La portulaca viene raccolta come erba spontanea oppure viene coltivata come erba aromatica. Viene utilizzata a crudo soprattutto per la preparazione di insalate. La portulaca è anche un ingrediente di minestre, condimenti e ripieni per ravioli e pasta fresca, frittate e conserve sottaceto.
Nella cucina "povera" napoletana la portulaca veniva  abbinata tradizionalmente alla rucola per la preparazione delle insalate. Anche nella cucina siciliana la portulaca trova spazio come ingrediente delle insalate estive, con un abbinamento tipico che prevede pomodorini e cetrioli. Nella cucina romana la portulaca fa parte del misto di insalate ed erbe che compongono la misticanza.
Insomma troviamo il modo di inserirla nelle nostre pietanze, cotta o cruda è buona e fa bene!
Siccome non si trova facilmente mi impegno a chiedere al nostro rifornitore di fiducia se la può coltivare, almeno per noi di “Sotto il Tiglio”.

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