Al
rientro dalle vacanze vorrei parlarvi di un ortaggio che ho
particolarmente apprezzato quest’ estate, ma ancora assente sulle
nostre tavole, la portulaca.
Pianta
di origine
indiana considerata
infestante appartenente alla famiglia delle Portulacaceae, riconoscibile dalle foglie carnose e lisce, inserite su fusti rossicci. La prima fase vegetativa la vede strisciare a livello del terreno, la pianta adulta va poi a raggiungere una posizione eretta. Conosciuta con nomi diversi: porcellana o erba grassa in Lombardia, porcacchia nel Lazio. Nell’antico Egitto era considerata una pianta
medicinale. In
Italia poco più che un'erbaccia.
Alla
portulaca vengono attribuite proprietà
diuretiche, depurative, dissetanti e anti-diabetiche.
Viene utilizzata nella medicina popolare per il trattamento della
diarrea e del vomito, in caso di enterite acuta, di emorroidi e di
emorragie post-partum. E’ ricca di vitamine C, A e B.
Ma
tra le molteplici proprietà ci tenevo a sottolinearne una, la sua
ricchezza di
acidi grassi polinsaturi di tipo omega
3, che come ben
come sappiamo, sono acidi grassi molto importanti nella prevenzione
delle malattie cardiovascolari.
100
g di foglie di portulaca contengono
all'incirca 350
mg di acido α-linolenico (acidi
grassi facenti parte del gruppo di omega-3).
Usi
della portulaca in cucina
La
portulaca viene raccolta come erba
spontanea oppure
viene coltivata come erba aromatica. Viene utilizzata a crudo
soprattutto per la preparazione di insalate. La portulaca è anche un
ingrediente di minestre, condimenti e ripieni per ravioli e pasta
fresca, frittate e conserve sottaceto.
Nella
cucina "povera" napoletana la portulaca veniva abbinata
tradizionalmente alla rucola per
la preparazione delle insalate. Anche nella cucina siciliana la
portulaca trova spazio come ingrediente delle insalate estive, con un
abbinamento tipico che prevede pomodorini e cetrioli. Nella cucina
romana la portulaca fa parte del misto di insalate ed erbe che
compongono la misticanza.
Insomma
troviamo il modo di inserirla nelle nostre pietanze, cotta o cruda è
buona e fa bene!
Siccome
non si trova facilmente mi impegno a chiedere al nostro rifornitore
di fiducia se la può coltivare, almeno per noi di “Sotto il
Tiglio”.
Nessun commento:
Posta un commento