Ogni
anno, questa stagione ci offre due preziosissimi alleati della salute, le fave ed
i piselli.
Seppur presenti
tutto l’anno secchi, in primavera è bene prediligere il prodotto fresco e
sceglierlo bene osservando i baccelli che non presentino ammaccature e che non
abbiano le estremità raggrinzite o secche per essere sicuri di avere un
prodotto fresco (attenzione gran parte del prodotto in vendita proviene dalla Cina).
Prima di entrare nello specifico delle caratteristiche di ciascuno dei due
legumi è doverosa una premessa che riguarda entrambi: abbinati ai cereali, sia le fave che i piselli sono un ottimo
sostituto delle proteine ad elevato valore biologico tipiche del regno animale
(carne, pesce, uova).
Fave
ricche di fibra e di ferro
Le fave garantiscono un ottimo apporto di ferro e altri minerali e una notevole quantità di vitamine; quasi irrilevante la presenza di grassi, questa caratteristica fa di questo legume un alimento ipocalorico, circa 70 calorie per cento grammi (fave fresche), oltre che sano.
Le fave garantiscono un ottimo apporto di ferro e altri minerali e una notevole quantità di vitamine; quasi irrilevante la presenza di grassi, questa caratteristica fa di questo legume un alimento ipocalorico, circa 70 calorie per cento grammi (fave fresche), oltre che sano.
L’acqua e le fibre
aiutano sia la diuresi sia la motilità intestinale, in una
classifica dei 10 prodotti con il maggior contenuto di fibre, al numero uno si
posiziona l’orzo perlato con 9,2 per 100 grammi di prodotto, le fave con 7,3 e
i piselli con 6,4.
Tra i minerali presenti spicca il Ferro, che come abbiamo scritto in molti post, necessita di
vitamina C per essere assorbito, ebbene le fave sono ricche anche di Vitamina
C… quindi le possiamo considerare un vero e proprio integratore naturale,
ricordiamoci però che la cottura danneggia gran parte delle vitamine quindi il
suggerimento potrebbe essere di mangiare le fave, sbucciate e crude, oppure
abbinare alle fave cotte un alimento ricco di vitamina C.
Le fave presentano anche una controindicazione gravissima,
legata a una malattia che non a caso viene detta comunemente Favismo, si tratta di una patologia correlata al
deficit di un enzima, il G6PD (glucosio 6 fosato deidrogenasi): le persone che
presentano questa caratteristica possono andare incontro a varie conseguenze
anche gravi, come l’anemia emolitica.
Le fave sono sempre più richieste da quando si è
diffusa una notizia apparentemente miracolosa: le fave sono una fonte di levodopa, farmaco d'elezione nella
lotta contro il Morbo di Parkinson.
Effettivamente, è stato dimostrato che l'intera pianta di fave contiene levodopa: ciò che si deve tenere in considerazione, è che la quantità di sostanza varia moltissimo da specie a specie, oltre che dai fattori ambientali. Non ci sono studi attendibili sull'effetto della levodopa contenuta nelle fave nel trattamento del Parkinson. Tuttavia, sta di fatto che alcuni pazienti malati di questa patologia hanno ottenuto buoni risultati in seguito al consumo frequente e regolare di fave. Alcuni autori sono fiduciosi e speranzosi: essi ritengono, infatti, che i semi non contengano solamente levodopa, ma anche altre sostanze in grado di potenziarne l'effetto.
La Scienza non riesce ancora a dimostrare qual è il motivo per cui solo alcuni pazienti rispondano in modo positivo ad un’alimentazione ricca di fave; per altri, infatti, l'effetto è vano.
Effettivamente, è stato dimostrato che l'intera pianta di fave contiene levodopa: ciò che si deve tenere in considerazione, è che la quantità di sostanza varia moltissimo da specie a specie, oltre che dai fattori ambientali. Non ci sono studi attendibili sull'effetto della levodopa contenuta nelle fave nel trattamento del Parkinson. Tuttavia, sta di fatto che alcuni pazienti malati di questa patologia hanno ottenuto buoni risultati in seguito al consumo frequente e regolare di fave. Alcuni autori sono fiduciosi e speranzosi: essi ritengono, infatti, che i semi non contengano solamente levodopa, ma anche altre sostanze in grado di potenziarne l'effetto.
La Scienza non riesce ancora a dimostrare qual è il motivo per cui solo alcuni pazienti rispondano in modo positivo ad un’alimentazione ricca di fave; per altri, infatti, l'effetto è vano.
Piselli, i legumi più digeribili
Sono con le
lenticchie i legumi più antichi. La loro comparsa in Asia medio-orientale si
perde nella notte dei tempi, risalendo forse all’ultimo periodo dell’età della
pietra. Semi di piselli risalenti al 5.550 a.C. sono stati ritrovati in Turchia
negli scavi di Halicat, ne sono stati ritrovati altresì nelle tombe dei Faraoni
d’Egitto e nelle omeriche rovine di Troia.
Conosciamoli meglio dal punto di vista nutrizionale: modesto apporto calorico: 80 kcal/100g del prodotto fresco, che nel secco diventano 282kcal; privi di colesterolo; privi di glutine; più dolci rispetto agli altri legumi perché contengono una maggior quantità di zuccheri semplici; minore concentrazione di amido rispetto ad altri legumi, e quindi più digeribili; buon apporto di fibre solubili, senz’altro utili per i problemi di transito intestinale e di stitichezza, e con la loro permanenza nello stomaco, tendono a stabilizzare la glicemia; secondo alcuni studi si ritiene possano contribuire a ridurre il livello del colesterolo nel sangue; ricchi di tutte le Vitamine del gruppo B, eccetto della B12; sono ricchi della Vitamina E, della Vitamina PP, la niacina (l’acido nicotinico), nonché della Vitamina C che rinvigorisce le difese naturali; dell’organismo; contengono, anche se in modesta quantità, fitoestrogeni, in genere usati per attutire i sintomi della menopausa; ricchissimi di ferro, di fosforo, che alimenta le cellule nervose e fissa il calcio, di potassio; Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione - INRAN:
Conosciamoli meglio dal punto di vista nutrizionale: modesto apporto calorico: 80 kcal/100g del prodotto fresco, che nel secco diventano 282kcal; privi di colesterolo; privi di glutine; più dolci rispetto agli altri legumi perché contengono una maggior quantità di zuccheri semplici; minore concentrazione di amido rispetto ad altri legumi, e quindi più digeribili; buon apporto di fibre solubili, senz’altro utili per i problemi di transito intestinale e di stitichezza, e con la loro permanenza nello stomaco, tendono a stabilizzare la glicemia; secondo alcuni studi si ritiene possano contribuire a ridurre il livello del colesterolo nel sangue; ricchi di tutte le Vitamine del gruppo B, eccetto della B12; sono ricchi della Vitamina E, della Vitamina PP, la niacina (l’acido nicotinico), nonché della Vitamina C che rinvigorisce le difese naturali; dell’organismo; contengono, anche se in modesta quantità, fitoestrogeni, in genere usati per attutire i sintomi della menopausa; ricchissimi di ferro, di fosforo, che alimenta le cellule nervose e fissa il calcio, di potassio; Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione - INRAN:
I piselli sono una fonte
di purine, è consigliabile una certa moderazione nell’uso a quanti hanno problemi
di iperuricemia o di gotta.