giovedì 20 aprile 2017

Salmoni all’ingrasso, non solo Omega 3…purtroppo!


Qualche settimana fa nel programma “Indovina chi viene a cena?” trasmesso da Rai 3 alle 20,30, hanno parlato dell’allevamento del pesce, in particolar modo dell’allevamento dei salmoni nei mari del nord Europa, il servizio è stato piuttosto inquietante e mi ha offerto uno spunto di approfondimento.

Come ben sappiamo ormai tutti, il salmone rappresenta un’importantissimafonte di Omega 3, ma proviamo ad andare a fondo alle caratteristiche di questo pesce eccezionale che si pesca selvaggio o più comunemente viene allevato nei mari freddi.
Acquistando salmone fresco in pescheria l’unica indicazione che troviamo, obbligatoria, è la provenienza, ovvero il luogo di pesca e, se si tratta di pesca in mare o allevamento (normativa europea estremamente utile, entrata in vigore anche per la tracciabilità del latte e dei suoi derivati da mercoledì 19 aprile).
Ed è dall’etichetta che scopriamo che, generalmente, i salmoni che stiamo acquistando non hanno nulla a che fare con quei tenaci pesci che risalgono la corrente, bensì si tratta di salmoni allevati in mare, ma all’interno di reti in cui sono costipati, non si muovono, quindi ingrassano; si ammalano facilmente quindi vengono trattati preventivamente con antibiotico;  probabilmente alimentati con grasso di pesce pescato in mari inquinati da diossina e, per non farci mancare niente, spesso arricchiti di Etossichina. Insomma, un disastro!


La prima cosa che penso sia utile sottolineare è che gli allevamenti di pesce non sono tutti uguali, in Italia, ad esempio, abbiamo allevamenti di qualità molto alta (ad esempio gli allevamenti ittici di Orbetello) ed altri meno, ma di sicuro, in tutto il nostro Paese, siamo tutelati da una normativa restrittiva rispetto all’impiego di sostanze pericolose per la salute pubblica, ma non è così nel resto del mondo e neppure d’Europa.

Tra le tante sostanze impiegate nell’ allevamento del pesce fuori dall’Italia ci possiamo imbattere nella Etossichina, bandita dai nostri ministeri della Salute e dell'Ambiente ma consentita in altri Paesi (ad esempio Spagna, nord europa) per l’itticoltura e per la conservazione a lungo termine della frutta,  - argomento questo che merita un altro specifico approfondimento -.
Ma cos'è l'Etossichina? È un agrofarmaco che viene impiegato per evitare il cosiddetto "riscaldo superficiale" dei frutti durante la frigoconservazione e applicata ai cibi per animali per evitare l'irrancidimento dei grassi Nel marzo del 2011, la Commissione Europea ne revocò l'utilizzo ma negli Stati extra-UE e anche in alcuni Paesi europei (Spagna in primis) si continua a utilizzare questa molecola.
Di questa sostanza, stando a quanto documentato nel programma da Rai 3, si fa ampio uso negli allevamenti norvegesi di salmoni. 


Altro problema l’accumulo di diossina che riguarda soprattutto i pesci di pezzatura più grossa, come ad esempio il salmone, soprattutto se questo è allevato in vasche che ne restringono al massimo la possibilità di movimento.
I pastoni a base di grasso di pesce pescato in zone inquinate sono la causa principale dell'accumulo di Pcb nei pesci allevati; un salmone è in grado di accumulare concentrazioni di Pcb 20-30 volte superiori a quelle che si trovano nel mangime stesso e nell'ambiente circostante. Inoltre, i pesci d'allevamento vengono velocemente e intenzionalmente ingrassati ed è proprio nel grasso che le sostanze chimiche si accumulano maggiormente.
I Pcb sono in grado di alterare il meccanismo di funzionamento degli ormoni prodotti dalla tiroide, sembrano interferire con lo sviluppo del sistema nervoso e sono stati classificati dalla Iarch (International agency for research and cancer) come probabili cancerogeni per l'uomo; occorre quindi fare molta attenzione.....

Anche l'Efsa, l'Ente europeo per la sicurezza alimentare, si è posta seriamente il problema dei contaminanti contenuti nei pesci d'allevamento, come ad esempio i Pcb, i policlorobifenili, presenti in quantità che si raccomanda di diminuire o eliminare.

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