Qualche settimana fa nel programma “Indovina
chi viene a cena?” trasmesso da Rai 3 alle 20,30, hanno parlato
dell’allevamento del pesce, in particolar modo dell’allevamento dei salmoni nei
mari del nord Europa, il servizio è stato piuttosto inquietante e mi ha offerto
uno spunto di approfondimento.
Come ben sappiamo ormai tutti, il salmone rappresenta un’importantissimafonte di Omega 3, ma proviamo ad andare a fondo alle caratteristiche di questo pesce
eccezionale che si pesca selvaggio o più comunemente viene allevato nei mari
freddi.
Acquistando salmone fresco in pescheria l’unica indicazione che troviamo,
obbligatoria, è la provenienza, ovvero il luogo di pesca e, se si tratta di
pesca in mare o allevamento (normativa europea estremamente utile, entrata in
vigore anche per la tracciabilità del
latte e dei suoi derivati da mercoledì 19 aprile).
Ed è dall’etichetta che scopriamo che, generalmente, i salmoni che stiamo
acquistando non hanno nulla a che fare con quei tenaci pesci che risalgono la
corrente, bensì si tratta di salmoni allevati in mare, ma all’interno di
reti in cui sono costipati, non si muovono, quindi ingrassano; si
ammalano facilmente quindi vengono trattati preventivamente con
antibiotico; probabilmente alimentati
con grasso di pesce pescato in mari inquinati da diossina e, per non farci
mancare niente, spesso arricchiti di Etossichina. Insomma, un disastro!
La prima cosa che penso sia utile sottolineare è che gli allevamenti di
pesce non sono tutti uguali, in Italia, ad esempio, abbiamo allevamenti di
qualità molto alta (ad esempio gli allevamenti ittici di Orbetello) ed altri
meno, ma di sicuro, in tutto il nostro Paese, siamo tutelati da una normativa
restrittiva rispetto all’impiego di sostanze pericolose per la salute pubblica,
ma non è così nel resto del mondo e neppure d’Europa.
Tra le tante sostanze impiegate nell’ allevamento del pesce fuori
dall’Italia ci possiamo imbattere nella Etossichina, bandita dai nostri
ministeri
della Salute e dell'Ambiente
ma consentita in altri Paesi (ad esempio Spagna, nord europa) per l’itticoltura
e per la conservazione a lungo termine della frutta, - argomento questo che merita un altro specifico
approfondimento -.
Ma cos'è l'Etossichina? È un agrofarmaco che viene impiegato per evitare il cosiddetto "riscaldo superficiale"
dei frutti durante la frigoconservazione e applicata ai cibi per animali per
evitare l'irrancidimento dei grassi Nel marzo del 2011, la Commissione Europea
ne revocò l'utilizzo ma negli Stati extra-UE e anche in alcuni Paesi europei
(Spagna in primis) si continua a utilizzare questa molecola.
Di questa sostanza,
stando a quanto documentato nel programma da Rai 3, si fa ampio uso negli allevamenti norvegesi
di salmoni.
Altro problema l’accumulo di
diossina che riguarda soprattutto i
pesci di pezzatura più grossa, come ad esempio il salmone, soprattutto se
questo è allevato in vasche che ne restringono al massimo la possibilità di
movimento.
I pastoni a base di grasso di pesce pescato in zone inquinate
sono la causa principale dell'accumulo di Pcb nei pesci allevati; un
salmone è in grado di accumulare concentrazioni di Pcb 20-30 volte superiori a
quelle che si trovano nel mangime stesso e nell'ambiente circostante.
Inoltre, i pesci d'allevamento vengono velocemente e intenzionalmente
ingrassati ed è proprio nel grasso che le sostanze chimiche si accumulano
maggiormente.
I Pcb sono in grado di alterare il meccanismo di funzionamento
degli ormoni prodotti dalla tiroide,
sembrano interferire con lo sviluppo del sistema nervoso e sono stati
classificati dalla Iarch (International
agency for research and cancer) come probabili
cancerogeni per l'uomo; occorre quindi fare molta attenzione.....
Anche l'Efsa, l'Ente europeo per la sicurezza alimentare, si è posta
seriamente il problema dei contaminanti contenuti nei pesci d'allevamento,
come ad esempio i Pcb, i policlorobifenili, presenti in quantità che si
raccomanda di diminuire o eliminare.
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