venerdì 24 marzo 2017

Meno sale e vivi più a lungo

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Siamo nella settimana di sensibilizzazione alla riduzione nell’utilizzo del sale in cucina, ho quindi pensato di dedicare il post di questa settimana a questo tema, ma non lo faccio citando studi o ricerche scientifiche, bensì intervistando la dottoressa Daniela Tovena, cardiologa e socia del nostro gruppo d’acquisto.

Daniela sappiamo tutti che con il consumo di sale non bisogna esagerare, ma negli ultimissimi studi più si parla di riduzione drastica nel consumo di sale da cucina.
Ci aiuteresti a capire qual’è l’impatto di una dieta ricca di sodio sul buon funzionamento dell’organismo a lungo andare?
“Il sale è un elemento essenziale per diverse funzioni fisiologiche e per mantenere l’equilibrio biochimico dell’organismo intorno a determinati parametri che ne consentono un normale funzionamento. Inoltre, è importante per la protezione del corpo dall’eccessiva perdita di liquidi. Secondo molte ricerche, vecchie e recenti, l’eccesso di sodio danneggia l’integrità dell’endotelio, il sottilissimo rivestimento cellulare interno dei vasi sanguigni. Le cellule  endoteliali regolano la coagulazione, l’adesione delle piastrine e possiedono anche una funzione immunitaria. Le pareti di arterie e arteriole diventano più spesse (arteriosclerosi e aterosclerosi) e ciò pregiudica a cascata il funzionamento degli organi  irrorati. Perciò il cuore viene danneggiato per la formazione di placche coronariche, cardiopatia  ischemica e infarto, ma anche con ipertrofia e scompenso cardiaco. Si deteriorano le grandi arterie con formazione di placche e restringimenti alle carotidi, arterie iliache e femorali, o anche con formazione di aneurismi. Danni cardiaci e placche carotidee facilitano ictus ed emorragie cerebrali. Troppo sale può rendere più sensibili le cellule del sistema nervoso simpatico che determina  vasocostrizione periferica: spasmi vascolari comportano per il cuore un maggior rischio aritmico e ischemico. Un eccesso di sale assunto con la dieta, danneggiando l’endotelio dei nefroni  - le unità funzionali dei reni che filtrano il sangue - compromette la funzione renale o aggrava malattie che portano ad insufficienza renale. E’ facilitata la calcolosi renale.  Anche i vasi della retina dell’occhio, danneggiati, portano a riduzione della vista. Sale, un suo eccessivo consumo favorisce la perdita di calcio con le urine facilitando losteoporosi.
Recentissimamente è stato segnalato che un  elevato apporto di sale favorisce la trasformazione neoplastica delle cellule dello stomaco e la comparsa di neoplasia gastrica. La combinazione di infezione da Helicobacter Pilori ed alti livelli di consumo di sale sembra essere particolarmente rischiosa. Altri studi hanno svelato possibili rapporti tra un elevato consumo di sale e obesità: infatti il cibo salato mette sete e ciò induce spesso a consumare bevande dolci, come capita frequentemente alla popolazione di giovanissimi dei paesi industrializzati”.
Chi corre più rischi?
“Chi già soffre di ipertensione, cardiopatia ischemica, ipertrofia cardiaca, scompenso cardiaco, arteriopatia o aneurismi di qualsiasi distretto corporeo, pregresso ictus e nefropatia o è in dialisi. Aggiungiamo anche chi ha il diabete o è obeso. Per costoro è richiesta una maggior diligenza verso un minor consumo di sale”. 
Quale quindi la quantità di sodio che possiamo assumere con la dieta?
“Per tutti gli adulti sani un consumo di sodio giornaliero inferiore a 5,8 g di sale (equivalente ad un cucchiaino pieno raso) è stato raccomandato da tutte le più importanti organizzazioni scientifiche e sanitarie tra cui l’OMS; e a chi ha una malattia renale o cardiaca si raccomanda di ridurre l’assunzione di sodio a 3,8 g di sale.
L’American Hearth Association indica il valore di 3,8 g di sale come un target importante per tutti”.
Sotto quali forme e in quale modo introduciamo il sale, quindi il sodio, nel nostro organismo?
Per praticità possiamo differenziare:
· SALE discrezionale cioè sale che viene aggiunto durante la preparazione dei cibi e a tavola. E’ un apporto quanto mai vario che va, a seconda delle Regioni e delle abitudini individuali, da un 15 % a oltre il 35% di quanto consumiamo in totale. In realtà è richiesto dall’assuefazione del nostro palato e potremmo farne a meno.
· SALE non discrezionale cioè sale che è stato aggiunto nella preparazione del pane (anche un 30% del consumo giornaliero) e dei prodotti trasformati: insaccati, prosciutti, pesce salato e pesce affumicato, formaggi conservati, cibi in scatola o precotti, salse, dadi etc. Mediamente, secondo l’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (INRAN), rappresenta nel nostro ambiente il 54% del consumo. In altri Paesi, o per singole persone, può raggiungere l’80% del consumo. Sta a noi trasformare il più possibile questa quota da non discrezionale a “discrezionale”, con un’accorta scelta dei cibi.
· Sale non discrezionale non modificabile come sodio già presente naturalmente in verdura e frutta (da un 2- 3 sino a un 10 % del consumo).
· Sale Aleatorio: sodio contenuto in farmaci (ad esempio come citrato di sodio, bicarbonato di sodio, cloruro di sodio). Potremmo inserire qui il sale contenuto nell’acqua minerale, che incide relativamente poco nel consumo giornaliero (per cui non vi è una reale necessità di ricorrere ad acque iposodiche per ridurre l’apporto totale di sodio).
Pertanto la maggiore attenzione va fatta per il sale discrezionale che aggiungiamo ai cibi come sale da cucina (preferire il sale integrale non raffinato) e nel riconoscere il sale nascosto nei preparati industriali: snack e patatine, affettati , formaggi stagionati, bibite ‘energetiche’ ai sali minerali,  pizza e cereali del mattino, pane,salse da tavola, dadi. Ricordiamo che anche gli alimenti dolci contengono sale”.
Alternative al condimento con sale…
“Si possono usare i seguenti condimenti salutari: succo di limone, aceto di mele, succo di sedano, piccole quantità di alghe in polvere, pomodori e altri ortaggi essiccati naturalmente, cipollotti e altre erbette o spezie non piccanti.
Se mangi cibi confezionati, cerca di controllare bene l’etichetta, e se vai al ristorante… in genere evita le salse, le zuppe e tutti i cibi troppo salati”.

venerdì 17 marzo 2017

Cibi acidificanti e alcalinizzanti: cosa scegliere?

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Cibi acidificanti e cibi alcalinizzanti. Quali alimenti scegliere al fine di riequilibrare il pH del nostro organismo?
Il funzionamento del nostro organismo si basa sul delicato rapporto acido/basico. Quando l'ambiente in cui vivono le nostre cellule diventa molto acido, questa acidità penetra all'interno delle cellule alterando il pH del nucleo e creando i presupposti per quell’insieme di malattie definite da degenerazione cellulare.
La comunità scientifica è sempre più orientata a considerare come principale causa dell'acidità eccessiva, l'assunzione di alimenti dall'azione particolarmente acidificante.
Altre importanti cause di acidificazione dell’organismo sono: lo stress, il fumo, l’assunzione di farmaci, la vita sedentaria, la disidratazione e il consumo di bevande alcoliche.
Gli alimenti con un importante contenuto di minerali alcalini, come sodio, potassio, calcio e magnesio, è probabile che esso risulterà alcalinizzante per il corpo. Tra gli alimenti considerati a maggior potere alcalinizzante troviamo l'uva (spesso alla base di diete disintossicanti), gli spinaci, il sedano, le carote, i fichi secchi, i cetrioli, i germogli di fagioli, la lattuga, i ravanelli, i cavolini di Bruxelless, i cavolfiori. E poi ancora lo zenzero, il peperoncino, il curry, la salvia, il rosmarino, i semi di finocchio e i semi di cumino, la quinoa, il miglio e l'amaranto.

In generale, sono ritenuti acidificanti quei cibi contenenti zucchero e lievito, gli alimenti fermentati, raffinati o fortemente trattati. La maggioranza dei cereali sono considerati acidificanti. Tra di essi troviamo farro, grano, orzo, avena, riso, segale, mais e loro derivati, compresa la pasta ed il pane. Vi son alcuni legumi considerati acidificanti, come ceci, fagioli bianchi e lenticchie. Sono alimenti acidificanti lo zucchero, il miele, le uova, i gamberetti, il merluzzo, il salmone, la carne di pollo, di maiale, di agnello, di manzo e di tacchino.
Vi sono poi alimenti comunemente considerati acidi, che in realtà sono in grado di provocare nell'organismo la formazione di sostanze basiche utili. E' ad esempio il caso di alcuni agrumi tra i quali troviamo limoni e pompelmi, i cui acidi vengono trasformati in carboidrati alcalini (basici) utili all'organismo. 

Come sapete non abbiamo mai preso posizioni estremiste rispetto alle scelte alimentari, ma abbiamo sempre cercato di andare a fondo alle informazioni che spesso più che orientare a scelte consapevoli, disorientano.
L’invito è a seguire un dieta che non elimina gli alimenti acidificanti dalla propria alimentazione, ma che punti alla ricerca di un equilibrio, in modo tale da poter evitare l'eccessiva formazione di acidi all'interno del nostro organismo.
Quando assumiamo un alimento acidificante assicuriamoci di accompagnarlo sempre con un altro alcalinizzante, quindi la regola è sempre la stessa: variare gli alimenti, consumare verdura e frutta soprattutto seguendo le stagioni e scegliere prodotti non raffinati.

sabato 11 marzo 2017

Oggi parliamo di pelle

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Oggi nel nostro blog ospitiamo una socia, Eleonora, promotrice di prodotti cosmetici naturali. Vi invito a leggere attentamente e chi fosse interessato a partecipare alla conferenza Mei prenda contatti con Eleonora che aspetta tutti martedì 14 alle ore 20,30 presso l‘oratorio del Duomo in via Forte a Crema.
“Care amiche vi voglio presentare dei prodotti che a mio avviso, e detto dalle persone che li hanno provati, molto buoni.
Li ho conosciuti 5 anni fa attraverso un’azienda italiana con sede a Conegliano Veneto dove ho trovato delle persone che parlano di benessere a 360°.
I prodotti di cui mi piace parlarvi derivano da piante spontanee che nascono, crescono e vengono raccolte nel loro momento balsamico (momento in cui la pianta dà il meglio del suo principio attivo). Vengono portate in laboratorio lasciate in quarantena per verificare se hanno delle problematiche tipo funghi o muffe, poi vengono portate all’estrazione e concentrazione del principio attivo. Una volta verificato il principio attivo ottimale, cioè la percentuale ottimale descritta sul libro di Farmacopea Ufficiale Europea (mediante 2 laboratori) il prodotto viene messo in produzione. Ma non sempre è così. Alcune piante non sempre raggiungono l’ottimale del principio attivo e a quel punto, tutto il raccolto viene messo da parte o dato a quelle aziende che lavorano prodotti da supermercato, nell’attesa del prossimo raccolto dove verificato il principio attivo il prodotto viene messo in commercio.
La pianta selvatica è l’indispensabile partenza per avere prodotti potenti. Fondamentale, dopo il tempo di riposo (quarantena sanitaria) e della titolazione, secondo i criteri della Farmacopea Ufficiale, è fare la lavorazione con metodi non invasivi e stressanti: nessun diluente pericoloso, nessun stabilizzante tossico, nessuna base pronta e nessun componente chimico che possa alterare l’”anima naturale”. I principi attivi sono estratti per spremitura a freddo o con la tecnica degli ultrasuoni. Questo accade sia per gli integratori e sia per i fitocosmetici. I prodotti Mei sono, tutti, certificati come “puri”.
La filosofia è  - La natura ci dona il benessere, una corretta informazione ci fa scegliere meglio - .
La natura ci dona il meglio per fare prevenzione, per disintossicarci e per curare la nostra pelle.
La prevenzione è la medicina dell’uomo sano, non ha controindicazioni. I suoi farmaci sono quelli che il buon senso mette a disposizione: il movimento, una sana alimentazione e quello che la natura ci offre, per aumentare la nostra protezione contro le malattie.
Il risultato di una buona prevenzione vuol dire ‘Benessere psico-fisico’ che lo si percepisce ritrovando una nuova energia già dal mattino, perdendo quei 2/3 kg di troppo perché si impara ad alimentarsi in un modo corretto, a muoversi e ad assumere degli integratori che hanno il compito di ripulire i nostri organi emuntori aiutandoli ad espellere le tossine che durante la giornata producono e per ultima, ma non perché è meno importante, è la pulizia in profondità della nostra pelle.
Forse non tutti sanno che la pelle è l’organo emuntore più importante che abbiamo, e non è solo un involucro ma è la nostra cartina tornasole, quella cioè che ci dice come stiamo internamente, ed è per questo che va trattata con i guanti, va pulita esternamente ma anche internamente fino ad arrivare all’ultimo strato dove essa si nutre. Attraverso i pori lei respira e questi devono essere ben puliti per favorire la fuoriuscita delle tossine e metalli pesanti che i nostri organi producono.
Tutto questo si traduce in un ‘Percorso disintossicante’ che dopo anni di studio ha ottenuto una laurea all’Università di Padova.
Il percorso ha il compito di aumentare l’energia, concentrazione e memoria, riattiva il metabolismo, riequilibria il bioritmo sonno-sveglia, regola la funzionalità intestinale, fa perdere quei 2/3 kg di troppo (dipende quanto la persona deve perdere) fino a 5 kg; e una percepibile luminosità della pelle.
Chiudo col dirvi che come le nostre macchine hanno bisogno del tagliando una volta all’anno, anche noi una volta all’anno abbiamo bisogno di ripulirci per ripartire alla grande…cambiando lo stile di vita, nutrendoci con alimenti sani e di stagione (NOI SIAMO QUELLO CHE MANGIAMO), facendo movimento giornalmente ma soprattutto disintossicandoci da tutto ciò che il nostro corpo è costretto ad assorbire.
Come la macchina che portiamo a fare il tagliando una volta all’anno dove vengono cambiati i filtri dell’aria, viene cambiato l’olio, la batteria, le pastiglie dei freni ecc. ecc., ecco anche il nostro corpo ha bisogno almeno una volta l’anno di essere ripulito e disintossicato.
Come?    Attraverso la pulizia dei nostri organi emuntori che sono: Pelle, sangue, reni, intestino e fegato. Questi sono gli organi che hanno il compito di espellere le tossine e le scorie metaboliche che il nostro corpo produce giornalmente, perché se non espulse vanno in giro per i nostri organi intossicandoli facendoli ammalare”.
Eleonora