La scorsa settimana approfondendo le ricerche relative al ruolo
del burro nell’ipercolesterolemia, mi sono imbattuta in alcuni interessanti
studi che ho pensato di condividere con voi. Ve ne riporto una sintesi in
parole semplici.
Una ricerca della Emory
University che è stata condotta su più di 6000 statunitensi per sette anni
dimostra una correlazione
statisticamente significativa tra
zuccheri aggiunti e livelli di lipidi nel sangue.
La ricerca è importante perché è la prima a esaminare
l’associazione tra il consumo di zuccheri aggiunti (non di quelli della frutta)
e i livelli di colesterolo e trigliceridi.
Altri studi sui carboidrati in genere vengono pubblicati sull’American Journal of Clinical Nutrition,
queste le conclusioni dello studio, in cui viene ribadita l’importanza
dell’indice e del carico glicemici: sostituire
i grassi saturi con carboidrati a basso indice glicemico è associato a un
rischio più basso di infarto al miocardio.
Quindi potremmo sintetizzare
affermando che tutto ruota intorno all’insulina. Tra i suoi ruoli, ci sono la formazione di trigliceridi a partire dai
carboidrati, l’accumulo di grassi
nel tessuto adiposo, la produzione
di colesterolo endogeno.
Come possiamo controllare la produzione di insulina da parte del
nostro pancreas?
Più carboidrati raffinati mangiamo,
più insulina entra in circolo e maggiori saranno gli effetti sul livello di
lipidi nel sangue.
Il ruolo dei carboidrati ad alto
indice glicemico nel rischio cardiovascolare è stato illustrato bene anche da
un noto ricercatore israeliano, Michael
Shechter della Tel Aviv University, il primo a studiare nel dettaglio il
loro effetto sull’endotelio (ovvero il rivestimento interno delle arterie,
delle vene e del cuore), considerato da molti il punto di partenza della
malattia cardiovascolare.
Da cosa
dovremmo tenerci alla larga?
pane bianco, patatine fritte e bevande zuccherate, preparati da forno
industriali ricchi di zuccheri
Quali sono
gli carboidrati a basso indice glicemico?
Quelli che favoriscono un lento assorbimento degli zuccheri nel sangue, tutti i prodotti di origine
integrale, quindi cereali, pane e
pasta rigorosamente integrale, biscotti integrali poco dolci o addolciti con malto
d’orzo o malto di riso, frutta come fragole, prugne pere e mele.
Ricordiamoci sempre che gli alimenti ricchi di fibre rallentano
ulteriormente l’assorbimento degli zuccheri nel sangue, mantenendo la glicemia a livelli regolari.
Biscotti sbriciolosi di Monica… per non rinunciare al gusto
60
gr farina di cocco
40
gr nocciole spellate
40
gr mandorle
1
cucchiaio malto d’orzo o di riso (oppure 40 gr di zucchero integrale)
1
cucchiaino lievito per dolci
40
gr olio di girasole
50
gr uvetta senza paraffina
acqua
q.b.
pizzico
di sale
Polverizzare
nel robot: nocciole, mandorle, fiocchi d’avena, cocco, lievito e sale.
Aggiungere
olio, malto e acqua per formare un impasto morbido lavorabile con le mani,
unire l’uvetta precedentemente ammollata in acqua e mescolare.
Scaldare
il forno a 180°, formare delle palline e adagiarle su carta da forno
appiattendole.
Cuocere
per 15/20 min e poi lasciare raffreddare.
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