martedì 22 marzo 2016

Diserbante nella birra, ma anche nelle acque superficiali

La birra tedesca in questi giorni è sotto i riflettori internazionali, l’Istituto per l’ambiente di Monaco in Germania ha rivelato i risultati di uno studio condotto su 14 marchi di birra tedesca, ovvero la presenza di un diserbante usato in agricoltura il glifosate.
Ovviamente lo stesso istituto afferma che non vi sono pericoli per la salute nemmeno nel caso di assunzioni quotidiane significative di birra, ma le autorità sanitarie internazionali non la pensano così.
Lo Iarc (International Agency for Research on Cancer) di Lione, affiliato all’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha inserito questo pesticida tra le sostanze “probabilmente cancerogene”, come la carne rossa ad esempio.
Già in passato il glifosate è stato messo sotto accusa per i possibili effetti negativi sulla salute, ma nel 1991 l’Agenzia statunitense per la protezione dell’ambiente (Epa) l’ha classificato come sostanza non cancerogena.
L'unione dei coltivatori tedeschi addossa la colpa della presenza del glifosate all'importazione di malto d'orzo principalmente da Francia, Danimarca e Gran Bretagna. In Germania, al contrario, l'utilizzo del diserbante è vietato nella fase di trattamento che precede la raccolta del malto d'orzo.


Come potete immaginare il problema della birra tedesca non è che mi appassiona più di tanto, però ad inquietarmi sono le informazioni parallele apprese.
Ho cercato uno studio condotto da ARPA (Agenzia Regionale Protezione Ambientale) Lombardia nel triennio 2012/2014 e come temevo, con il glifosate abbiamo a che fare anche noi pur non bevendo la birra tedesca!
Ho infatti trovato due articoli scientifici relativi all’indagine analitica e alla valutazione del rischio per la presenza di glifosate e del suo metabolita, l’acido amminometilfosfonico (AMPA).
Il glifosate è un erbicida impiegato sia su colture arboree che erbacee, anche per usi non agricoli (aree industriali, civili, nella cura del verde pubblico, argini, lungo le strade e le ferrovie ecc.). È una delle sostanze più vendute a livello nazionale e la sua presenza nelle acque è ampiamente confermata anche da dati internazionali.

L’ARPA ha effettuato un monitoraggio scrupoloso nel triennio che ha riguardato piu di 300 punti lungo il corso di fiumi, torrenti, rogge e canali del territorio occidentale della regione, sono stati effettuati 1030 prelievi. Le concentrazioni maggiori sono state riscontrate prevalentemente nella zona pianeggiante e più densamente popolata, rispetto alla fascia alpina e prealpina, e ciò induce a concludere che la presenza di questi composti possa essere attribuibile sia a un’origine agricola (parte bassa della pianura) sia a un’origine urbana (parte alta della pianura).
E i rischi per le falde profonde?

Noi effettivamente non possiamo fare molto a questo riguardo, ma personalmente se avessi un orto da irrigare eviterei le acque superficiali e ogni tanto un esame all’acqua del pozzo privato lo farei. Quindi per restare in tema di birra…meditate gente, meditate!

Nessun commento:

Posta un commento