Il salmone un
tempo presente sulle nostre tavole quasi esclusivamente in occasione delle
festività Natalizie è oggi largamente consumato tutto l’anno.
Molte le proprietà benefiche, sia consumato fresco, sia affumicato.
Proprietà
benefiche dovute principalmente al suo
abbondante contenuto di omega 3 e di
grassi polinsaturi. Questi svolgono delle
funzioni molto importanti nel nostro organismo, esercitando un’azione
protettiva nei confronti di varie malattie. Alcuni studi hanno dimostrato che
questi grassi possono contribuire alla prevenzione dei tumori.
Tutto sta nell’effetto
che gli omega 3 esprimono contrastando i radicali liberi e rallentando l’invecchiamento cellulare.
Omega 3 e grassi polinsaturi aiutano
a ridurre i valori del colesterolo (cattivo)
e sembrerebbe che anche le funzioni
cognitive risentano positivamente nel caso di un’alimentazione che ne sia
ricca.
Dal punto di vista nutrizionale il
salmone è ricco di proteine, oltre che di grassi polinsaturi, di vitamine, come la B6 e la B12, e di
alcuni sali minerali, in particolare il fosforo e il selenio. Basso il contenuto di
sodio.
Ed ora qualche nota critica, il salmone che troviamo
comunemente in commercio è quasi esclusivamente d’allevamento, ovvero pesci
allevati nelle gabbie, in cui si muovono pochissimo, “all’ingrasso” (uno dei
motivi per cui il salmone d’allevamento è molto più ricco in grassi del salmone
selvaggio - notare le venature bianche! - ).
Ma i
pericoli che vi inviterei a non trascurare sono anche altri:
1) i mangini
dei pesci d’allevamento contengono disinfettanti, ormoni e
antibiotici che possono avere effetti sulla salute di chi li consuma.
2)
contengono molto spesso coloranti aggiunti per accentuare la colorazione
della carne: l’Unione Europea ha imposto un limite alla presenza di
cantaxantina, colorante dannoso per la vista, nei mangimi destinati ai salmoni
d’allevamento.
3) il
metodo di affumicatura del salmone
non è da sottovalutare; l’affumicatura migliore
è quella tradizionale che prevede l’uso di legni come ginepro, lauro e rosmarino,
ma quella più comunemente utilizzata e quella ottenuta con procedimento chimico, per dare artificialmente alla carne il
caratteristico sapore di affumicato, senza sottoporre il salmone al procedimento classico
sicuramente più costoso.
4)
quarto elemento di criticità riguarda soprattutto il salmone naturale che, per le sue grandi dimensioni, si trova in
cima alla catena alimentare, di conseguenza, la sua carne contiene quantità non
trascurabile di mercurio ed altri metalli pesanti nocivi per la salute.
Il
salmone più pregiato è il salmone rosso dell’Alaska (che accumula meno
inquinanti per il fatto che vive in media solo 4 anni e la sua alimentazione è
prevalentemente vegetariana), contiene un’ottima concentrazione di Omega 3 e Astaxantina,
sostanza 10 volte più efficace degli altri carotenoidi.
E poi ricordiamo che più il pesce è
trasformato (conserve o semi-conserve, surimi,
pesce marinato, sotto sale, affumicato o essiccato), più è probabile siano
stati impiegati additivi: acido benzoico, solfiti, anidride carbonica,
nitrati e altri polifosfati condiscono allegramente queste preparazioni.
Concludendo,
meglio acquistare salmoni selvaggi o se da allevamento che siano comunque
allevati in mari freddi. Non esageriamo nei consumi pensando che l’Omega 3 sia
prerogativa esclusiva del salmone, la moderazione
vale anche per questo pesce dalle rinomate proprietà salutari, meglio una volta
alla settimana o anche ogni 10 giorni, ma scegliendo un prodotto di
qualità. Le etichette anche in questo
caso vengono in nostro aiuto.
Quindi,
dedichiamo alla spesa il giusto tempo e leggiamo bene le etichette.
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