Tra gli ortaggi meno
noti e meno cucinati nel nostro territorio, troviamo il cardo, un ortaggio
dalla forma simile al sedano e dal sapore che ricorda il carciofo, ma più
delicato, e come il carciofo necessita di essere messo in acqua acidulata, con
aggiunta di limone, perché non si annerisca.
Poche calorie,
ricchissimo di fibre e acqua, ricco di antiossidanti, contiene la Silimarina
che ha un effetto di protezione sul fegato e ne stimola l'attività
metabolica. Aiuta a controllare il colesterolo e i trigliceridi.
Contiene sodio,
potassio e calcio, vitamine del gruppo B2,
ha proprietà depurative del fegato, grazie alla sua capacità di stimolare la secrezione biliare e stimola la digestione.
Unico difetto che mi viene in mente è che si
tratta di un vegetale impegnativo da preparare. La pulizia e la cottura del cardo richiedono un po’ di tempo e di
pazienza perché necessita di essere sfibrato, dopo essere stato ben lavato.
Si tratta di una pianta molto antica, ne abbiamo
le prime testimonianze durante la civiltà Egizia, sebbene l’origine sia etiope.
Già a partire dal '500 nei ricettari di cucina si ritrovano i primi riferimenti
sull’uso del cardo ma bisogna aspettare il '700 per trovarlo nella ricetta
della bagna cauda piemontese.
Quando i cardi si
aprono significa che non sono molto freschi, attenzione quindi, sempre, a
quello che mettete nel carrello.

Due Curiosità
La
prima: La silibinina
e altri componenti del complesso della silimarina
furono scoperti come benefici nel trattare malattie epatiche conseguenti al consumo di Amanita Falliode che comporta gravi e di soluto mortali danni
al fegato (ne distrugge le cellule). Miracolosamente, la silimarina si lega
alle cellule del fegato impedendo ai veleni del fungo di legarsi loro stessi,
quindi bloccando il loro effetto velenoso. La silimarina è anche il grado di
neutralizzare direttamente il veleno stesso, il che la rende efficace anche se
presa dopo che il veleno del fungo è stato ingerito. L'estratto di cardo
mariano, per questa ragione, è tenuto a portata di mano negli ospedali tedeschi
dove viene somministrato in casi di emergenza per trattare gli avvelenamenti
altresì fatali da Amanita falloide.
La seconda: il cardo è il simbolo
nazionale della Scozia, da quando nell’anno mille gli scozzesi si salvarono da
un agguato notturno da parte dell’esercito del re vichingo Haakon di Norvegia.
Infatti un guerriero del re vichingo, in fase di agguato, calpestò un cardo e gridò dal dolore
svegliando gli scozzesi che quindi riuscirono a prepararsi e rispondere
all’invasione vichinga.
La ricetta
Risotto con i cardi
“alleggerito”
Per
prima cosa lavare e sfibrare i cardi, poi tagliarli a tocchetti e farli cuocere
in un buon brodo vegetale o di carne magra.
Una
volta cotti, ma sempre consistenti, prenderne una metà e frullarla con un paio
di cucchiai di brodo, l’altra metà invece va passata in padella con un
cucchiaio di olio extravergine d’oliva e uno spicchio d’aglio schiacciato.
Ora
fare un risotto con soffritto di cipolla, gr. 320 (per 4 persone) di riso
carnaroli (ricco di amido), il brodo in cui abbiamo cotto anche i cardi, e a ¾
di cottura aggiungere la crema di cardi, spegnere il fuoco e arricchire con 2
cucchiai di parmigiano reggiano stagionato (24 o 36 mesi).
In
ciascun piatto aggiungere un cucchiaio di tocchetti di cardo passati in
padella.
L'ho definito “alleggerito”
in quanto ho preferito proporlo
sostituendo la panna al brodo per frullare i cardi e il burro all’olio
extravergine d’oliva per dare un po’ di croccantezza ai tocchetti da servire
direttamente nel piatto, sopra al risotto.
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