Nelle persone in buona salute, un buon panino col salame, una volta ogni tanto non fa poi cosi male, ma attenzione, che sia davvero una volta ogni tanto!
Il consumo medio procapite di salumi è invece in costante crescita.
Qui una citazione è d’obbligo:
Il Fondo Mondiale per la ricerca sul Cancro raccomanda di “evitare il consumo di carni conservate” tra le quali rientrano i salumi, non tanto per il contenuto in grassi, quanto perché nella gran parte dei prodotti che noi consumatori acquistiamo, troviamo tra i conservanti: nitriti e nitrati.
Come riconoscerli sulle etichette?
I Nitriti sono generalmente identificati con le sigle E 249, E 250
I Nitrati sono generalmente identificati con le sigle E 251, E 252
I conservanti sono sostanze aggiunte agli alimenti, soprattutto industriali, per preservarli da contaminazioni microbiche, irrancidimento e per migliorarne l'aspetto e la consistenza.
La grande maggioranza di essi è innocua.
I nitrati di per sé sono innocui, ma possono trasformarsi in nitriti con il passare del tempo.
Invece i nitriti, possono subire delle modificazioni chimiche che li trasformano in nitrosammine, definite dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro, “uno dei più potenti gruppi di sostanze cancerogene conosciute”.
Un consumo eccessivo e prolungato di nitriti è associato ad aumento del rischio dei tumori dello stomaco e dell'esofago.
“I salumi si producono da secoli, anche solo con conservanti naturali: sale, pepe, peperoncino, spezie, e, in qualche caso, fumo.
Ricorrere ad additivi non naturali permette ovviamente di mantenere più a lungo gli alimenti senza che si alterino, anche partendo da materie prime non sempre eccellenti e con modalità di conservazione non ottimali”.
(Dott.ssa Anna Villarini)
Nessun commento:
Posta un commento